Ci
eravamo lasciati sulle ragioni alla base della redazione di un business plan,
ora ritengo necessario riflettere sugli elementi da inserire in quest’ultimo.
Posto che non posso riassumerVi interi corsi di economia in qualche breve post,
e che molti di Voi sono maggiormente interessati agli aspetti musicali che a
quelli economici dell’attività artistica (scelta assolutamente comprensibile, e
Ve lo dico da musicista..), ho optato ancora una volta per fornirVi qualche
accenno, in modo tale da stimolare le Vostre riflessioni e risvegliare il
Vostro senso critico. Se poi passerete i prossimi giorni a preparare tabelle
operative, ricercare informazioni economiche o leggere libri di
marketing, ne sarò particolarmente lieto.
Quali
pertanto gli elementi base di un business plan? Well, per dirla in maniera
semplicistica direi le possibili fonti di guadagno connesse alla Vostra attività
e i costi che si andreTe a sostenere, il tutto tenendo conto dei periodi di
incasso e di spesa.
Redigendo
il business plan di un tour dovrete pertanto ponderare elementi come i seguenti:
a) abbiamo bisogno di un’agenzia
di booking o riusciamo a trovarci le date da soli?
b) necessitiamo di musicisti supplementari?
Se sì, di quanti?
c) fonici e
tecnici luci sono elementi essenziale dello spettacolo?
d) vogliamo
uscire solo in locali con i quali guadagniamo o ci accontentiamo di rientrare
delle spese sostenute per sfruttare il fattore promozionale?
e) quali possono
essere le Nostre entrate?
f) a quali spese
andremo incontro? Le possiamo ridurre, eliminare del tutto o fare gravare su
altri soggetti?
g) vogliamo organizzare
date con altre band, in modo da condividere anche i relativi costi?
h) quali sono
gli strumenti di cui abbiamo veramente bisogno e quali possiamo trovare in loco?
In maniera
simile, quando siete in procinto di registrare un singolo, un disco o un ep,
dovrete porVi domande del genere:
a)
quali costi sosterrà il gruppo e quali l’etichetta?
Abbiamo un contratto di produzione fonografica, un contratto di licenza o
gestiamo noi il processo a 360 gradi autoproducendoci e autodistribuendoci?
b)
avremo bisogno di uno studio? Di quale studio? Per
quanti giorni?
c)
dovremo assumere un produttore, dei musicisti o dei tecnici
esterni? Quali dovranno essere remunerati? A che titolo? Chi si occuperà della
gestione contabile e fiscale?
d)
dovremo noleggiare della strumentazione?
e)
chi si occuperà della masterizzazione e del
mantenimento dei nastri/file?
f)
chi sosterrà i costi dei video promozionali? Quanti
video abbiamo intenzione di fare?
g)
vogliamo mettere il disco o singoli brani in streaming
oppure no?
h)
come gestiremo le edizioni dei brani?
Idem dicasi una
volta arrivati all’attività promozionale:
a)
abbiamo bisogno di un ufficio stampa? Di quale ufficio
stampa? Per quanti giorni?
b) siamo intenzionati ad investire in promozione a
pagamento o vogliamo fare leva unicamente sulla promozione gratuita?
c)
il Nostro sito, la Nostra pagina Facebook ed i Nostri
account Twitter/Instagram/Pinterest ecc. vanno bene o hanno bisogno di supporto
tecnico di rilievo?
d)
abbiamo intenzione di contattare dei SEO per aumentare
il traffico nei confronti delle Nostre canzoni e del nome del gruppo?
e)
copertine, foto e booklet le realizziamo in casa o
facciamo riferimento a operatori esterni?
Come potete
immaginare, gli elementi sopra delineati sono solo alcuni fra gli esempi di
voci inseribili in un business plan (per dirla da Avvocato, sono elementi
aventi valore indicativo e non esaustivo): è ovvio che quando le cose si fanno
per bene, le domande di questo tipo aumentano, e non è un caso che tour e
dischi dei grandi artisti facciano i conti con decine di tabelle ricchi di date
e numeri (Ve lo dico per esperienza diretta…), Sì, lo so che preferite pensare
ad Angus Young o Bruce Dickinson intenti a dimenarsi sul palco anziché a
visionare tabelle in un business meeting, ma Vi assicuro che funziona così, è
solo che non vedete il behind-the-scenes
footage … :)
Ciò premesso, ne
approfitto per fornirVi alcuni suggerimenti, validi tanto per l’attività di
tour, quanto per quella di registrazioni discografiche e promozione:
a) riducete i costi non essenziali: come diceva una nota
pubblicità che andava in voga quando ero bambino “ogni soldo risparmiato è un
soldo guadagnato”. E quando a fine mese bisogna fare quadrare i conti, i soldi
risparmiati hanno un valore fondamentale, credetemi;
b) ammortizzate le spese, magari condividendo palchi,
studi e attività promozionale con gruppi della Vostra zona;
c) state attenti, molto attenti, a spendere prima di incassare.
Anche perché le spese sono un dato certo, gli incassi molto meno, in
particolare in questo mondo;
d) cercate collaborazioni a costo zero. Ne
guadagnerete da un punto di vista artistico e potrete conoscere i vantaggi
della condivisione di risorse;
e) evitate di comprare strumentazione che alla fine del
tour o dell’attività di studio non Vi servirà. Delle due noleggiatela. E quando
lo fate scegliete sempre il miglior prezzo di mercato;
f) se non avete incassato nulla prima di salire sul palco,
difficilmente incasserete qualcosa dopo il concerto. E non mi venite a dire che
a livello amatoriale in Italia funziona così, nulla vieta che facciate i
musicisti in un altro Paese;
g) fateVi un’idea degli ingaggi dei locali e dei costi
degli studi parlando con Artisti, stringendo contatti e cercando informazioni
ovunque potete. Non avete idea di quante band vengano gabbate da proprietari di
studi, agenti, produttori o gestori di locali i quali, facendo leva
sull’ignoranza o l’ingenuità dei malcapitati musicisti, vendono a prezzi fuori
mercato i loro servizi (magari facendo credere a quegli stessi musicisti di
avere fatto l’affare della vita..);
h) siate realistici. Se contate di fare 50 persone a data,
non fate delle proiezioni con 200 persone, se contate di vendere 500 copie
dell’album, non fate proiezioni con 10.000. È controproducente, irrealistico e
fortemente demotivante;
i)
se avete bisogno di professionisti sul mercato, cercate
i migliori in relazione alla cifra che volete spendere. Non andate oltre le
Vostre possibilità e mantenete sempre i migliori rapporti professionali e
personali con la gente con cui lavorate. Il fatto che siate artisti non Vi
consente di ignorare basilari regole di educazione e correttezza
comportamentale;
j) individuate tutte le possibili fonti di guadagno, anche
perché le strade sono molteplici: percentuali sulle entrate, sugli incassi del
food&beverage (mi raccomando di contrattualizzare l’auditing degli
scontrini, in modo da verificare gli incassi reali del locale), sul guardaroba,
vendita di cd in loco, registrazioni
della serata disponibili la sera stessa, merchandising, contest,
sponsorizzazioni… Se riuscite a rispettare le norme del settore, alla fantasia
non c’è limite;
k) imparate a trattare e negoziare. Provare ad abbassare le
cifre non costa nulla, e se non riuscirete ad ottenere nulla potrete comunque
fare leva sulla prima proposta che il gestore del locale ha effettuato;
l) cominciate
a ragionare a breve, medio e lungo termine, e non temete di puntare in alto: se
riuscite a vedere qualcosa come realizzabile, vuol dire che la potete
realizzare;
m)
se i membri della band non vogliono partecipare alla redazione dei plan perché
la vedono come una cosa troppo professionale, cominciate a valutare le Vostre
priorità. Se la priorità è suonare con gli amici e divertirsi con birre e
amiche lasciate stare, non Vi preoccupate e godeteVi il momento (comprensivo di
birre e amiche, eh eh eh); se volete fare i professionisti riflettete, perché
potreste essere sulla strada sbagliata;
n) ricordate che il tempo che utilizzerete cercando informazioni, studiando,
preparando tabelle e stringendo accordi non è tempo sottratto alla Vostra
artistica, ma tempo investito sulla Vostra attività artistica. Tutto ciò che siete convinti di perdere Vi verrà restituito con gli interessi.
Per oggi ho
finito, Voi studiate, informateVi e praticate più che potete. Anche perché, come
diceva il retore e poeta romano Giovenale, gli uomini che vogliono la
conoscenza devono essere disposti a pagarne il prezzo.
Stay tuned
(and keep on rockin’)...
Marco