giovedì 13 marzo 2014

Il Business Plan. Parte 2.



Ci eravamo lasciati sulle ragioni alla base della redazione di un business plan, ora ritengo necessario riflettere sugli elementi da inserire in quest’ultimo. Posto che non posso riassumerVi interi corsi di economia in qualche breve post, e che molti di Voi sono maggiormente interessati agli aspetti musicali che a quelli economici dell’attività artistica (scelta assolutamente comprensibile, e Ve lo dico da musicista..), ho optato ancora una volta per fornirVi qualche accenno, in modo tale da stimolare le Vostre riflessioni e risvegliare il Vostro senso critico. Se poi passerete i prossimi giorni a preparare tabelle operative, ricercare informazioni economiche o leggere libri di marketing, ne sarò particolarmente lieto.

Quali pertanto gli elementi base di un business plan? Well, per dirla in maniera semplicistica direi le possibili fonti di guadagno connesse alla Vostra attività e i costi che si andreTe a sostenere, il tutto tenendo conto dei periodi di incasso e di spesa.

Redigendo il business plan di un tour dovrete pertanto ponderare elementi come i seguenti:
a) abbiamo bisogno di un’agenzia di booking o riusciamo a trovarci le date da soli?
b) necessitiamo di musicisti supplementari? Se sì, di quanti?
c) fonici e tecnici luci sono elementi essenziale dello spettacolo?
d) vogliamo uscire solo in locali con i quali guadagniamo o ci accontentiamo di rientrare delle spese sostenute per sfruttare il fattore promozionale?
e) quali possono essere le Nostre entrate?
f) a quali spese andremo incontro? Le possiamo ridurre, eliminare del tutto o fare gravare su altri soggetti?
g) vogliamo organizzare date con altre band, in modo da condividere anche i relativi costi?
h) quali sono gli strumenti di cui abbiamo veramente bisogno e quali possiamo trovare in loco?

In maniera simile, quando siete in procinto di registrare un singolo, un disco o un ep, dovrete porVi domande del genere:
a)      quali costi sosterrà il gruppo e quali l’etichetta? Abbiamo un contratto di produzione fonografica, un contratto di licenza o gestiamo noi il processo a 360 gradi autoproducendoci e autodistribuendoci?
b)      avremo bisogno di uno studio? Di quale studio? Per quanti giorni?
c)      dovremo assumere un produttore, dei musicisti o dei tecnici esterni? Quali dovranno essere remunerati? A che titolo? Chi si occuperà della gestione contabile e fiscale?
d)     dovremo noleggiare della strumentazione?
e)      chi si occuperà della masterizzazione e del mantenimento dei nastri/file?
f)       chi sosterrà i costi dei video promozionali? Quanti video abbiamo intenzione di fare?
g)      vogliamo mettere il disco o singoli brani in streaming oppure no?
h)      come gestiremo le edizioni dei brani?

Idem dicasi una volta arrivati all’attività promozionale:
a)      abbiamo bisogno di un ufficio stampa? Di quale ufficio stampa? Per quanti giorni?
b)  siamo intenzionati ad investire in promozione a pagamento o vogliamo fare leva unicamente sulla promozione gratuita?
c)    il Nostro sito, la Nostra pagina Facebook ed i Nostri account Twitter/Instagram/Pinterest ecc. vanno bene o hanno bisogno di supporto tecnico di rilievo?
d)     abbiamo intenzione di contattare dei SEO per aumentare il traffico nei confronti delle Nostre canzoni e del nome del gruppo?
e)      copertine, foto e booklet le realizziamo in casa o facciamo riferimento a operatori esterni?

Come potete immaginare, gli elementi sopra delineati sono solo alcuni fra gli esempi di voci inseribili in un business plan (per dirla da Avvocato, sono elementi aventi valore indicativo e non esaustivo): è ovvio che quando le cose si fanno per bene, le domande di questo tipo aumentano, e non è un caso che tour e dischi dei grandi artisti facciano i conti con decine di tabelle ricchi di date e numeri (Ve lo dico per esperienza diretta…), Sì, lo so che preferite pensare ad Angus Young o Bruce Dickinson intenti a dimenarsi sul palco anziché a visionare tabelle in un business meeting, ma Vi assicuro che funziona così, è solo che non vedete il behind-the-scenes footage :)

Ciò premesso, ne approfitto per fornirVi alcuni suggerimenti, validi tanto per l’attività di tour, quanto per quella di registrazioni discografiche e promozione:
a) riducete i costi non essenziali: come diceva una nota pubblicità che andava in voga quando ero bambino “ogni soldo risparmiato è un soldo guadagnato”. E quando a fine mese bisogna fare quadrare i conti, i soldi risparmiati hanno un valore fondamentale, credetemi;
b) ammortizzate le spese, magari condividendo palchi, studi e attività promozionale con gruppi della Vostra zona;
c) state attenti, molto attenti, a spendere prima di incassare. Anche perché le spese sono un dato certo, gli incassi molto meno, in particolare in questo mondo;
d) cercate collaborazioni a costo zero. Ne guadagnerete da un punto di vista artistico e potrete conoscere i vantaggi della condivisione di risorse;
e)   evitate di comprare strumentazione che alla fine del tour o dell’attività di studio non Vi servirà. Delle due noleggiatela. E quando lo fate scegliete sempre il miglior prezzo di mercato;
f)    se non avete incassato nulla prima di salire sul palco, difficilmente incasserete qualcosa dopo il concerto. E non mi venite a dire che a livello amatoriale in Italia funziona così, nulla vieta che facciate i musicisti in un altro Paese;
g) fateVi un’idea degli ingaggi dei locali e dei costi degli studi parlando con Artisti, stringendo contatti e cercando informazioni ovunque potete. Non avete idea di quante band vengano gabbate da proprietari di studi, agenti, produttori o gestori di locali i quali, facendo leva sull’ignoranza o l’ingenuità dei malcapitati musicisti, vendono a prezzi fuori mercato i loro servizi (magari facendo credere a quegli stessi musicisti di avere fatto l’affare della vita..);
h) siate realistici. Se contate di fare 50 persone a data, non fate delle proiezioni con 200 persone, se contate di vendere 500 copie dell’album, non fate proiezioni con 10.000. È controproducente, irrealistico e fortemente demotivante;
i)   se avete bisogno di professionisti sul mercato, cercate i migliori in relazione alla cifra che volete spendere. Non andate oltre le Vostre possibilità e mantenete sempre i migliori rapporti professionali e personali con la gente con cui lavorate. Il fatto che siate artisti non Vi consente di ignorare basilari regole di educazione e correttezza comportamentale;
j) individuate tutte le possibili fonti di guadagno, anche perché le strade sono molteplici: percentuali sulle entrate, sugli incassi del food&beverage (mi raccomando di contrattualizzare l’auditing degli scontrini, in modo da verificare gli incassi reali del locale), sul guardaroba, vendita di cd in loco, registrazioni della serata disponibili la sera stessa, merchandising, contest, sponsorizzazioni… Se riuscite a rispettare le norme del settore, alla fantasia non c’è limite;
k) imparate a trattare e negoziare. Provare ad abbassare le cifre non costa nulla, e se non riuscirete ad ottenere nulla potrete comunque fare leva sulla prima proposta che il gestore del locale ha effettuato;
l) cominciate a ragionare a breve, medio e lungo termine, e non temete di puntare in alto: se riuscite a vedere qualcosa come realizzabile, vuol dire che la potete realizzare;
m) se i membri della band non vogliono partecipare alla redazione dei plan perché la vedono come una cosa troppo professionale, cominciate a valutare le Vostre priorità. Se la priorità è suonare con gli amici e divertirsi con birre e amiche lasciate stare, non Vi preoccupate e godeteVi il momento (comprensivo di birre e amiche, eh eh eh); se volete fare i professionisti riflettete, perché potreste essere sulla strada sbagliata;
n) ricordate che il tempo che utilizzerete cercando informazioni, studiando, preparando tabelle e stringendo accordi non è tempo sottratto alla Vostra artistica, ma tempo investito sulla Vostra attività artistica. Tutto ciò che siete convinti di perdere Vi verrà restituito con gli interessi.

Per oggi ho finito, Voi studiate, informateVi e praticate più che potete. Anche perché, come diceva il retore e poeta romano Giovenale, gli uomini che vogliono la conoscenza devono essere disposti a pagarne il prezzo.

Stay tuned (and keep on rockin’)...

Marco